L’universo femminile della Grecia antica raccontato da Beatrice Giai Gischia

Il romanzo storico “Gorgò. La regina di Sparta” di Beatrice Giai Gischia presentato virtualmente presso la Ubik di Taranto

Una chiacchierata in diretta con l’autrice del libro edito da Santelli editore “Gorgò. La regina di Sparta” coordinata da Daniela D’Oronzo e Gaia Favaro. Il romanzo storico racconta la vita della giovane spartana Gorgò ponendo al centro dell’attenzione il mondo femminile, fortemente messo in disparte nelle ricerche storiografiche.

Non è stato facile per l’autrice trovare fonti a cui attingere per la stesura del libro. Sulla moglie del re Leonida (Gorgò n.d.r.) sono infatti rare le notizie che la riguardano. Quattro anni di lunghe e assidue ricerche, compatibilmente alla sua attività di insegnamento, hanno impegnato Beatrice nella scrittura di questo affascinante resoconto romanzato sulla vita di Gorgò.

Durante l’intervista l’autrice analizza l’etimologia del nome. Gorgò (in greco Γοργών) era usato nella Grecia antica e nell’Asia Minore ed era collegato alla mitologia, specificamente alle Gorgoni, mostri dalle sembianze femminili che pietrificavano chiunque le guardasse direttamente negli occhi.

L’autrice gioca con questo termine per sottolineare la qualità che contraddistingue l’eroina del suo romanzo: la capacità di intervenire efficacemente nelle questioni politiche, pietrificando i suoi interlocutori.

In un mondo in cui la donna era chiamata a gestire la casa e i figli, Gorgò emerge per la sua tenacia e determinazione. L’autrice racconta l’ aberrante rituale prematrimoniale cui dovevano partecipare le donne spartane. Consacrare i giocattoli d’infanzia al tempio di Venere, tagliare i capelli e vestirsi da ragazzo erano alcune delle attività che le donne erano obbligate a compiere prima del grande passo.

L’autrice sottolinea come Gorgò, pur essendo figlia del re Cleomene, non ebbe diritto ad ereditare i beni del padre. Dovette prima sposarsi con un matrimonio combinato per prenderne possesso.

Nel corso dellintervista l’autrice propone uno spaccato della guerra delle Termopili ed evidenzia un’importante analogia (rilevata successivamente alla pubblicazione del romanzo) tra il periodo bellico citato e la situazione pandemica che da oltre un anno attanaglia tutti.

Paura e sgomento emergono dalla lettura live dell’ autrice che ricorda, insieme alle coordinatrici, i mesi passati stracolmi di momenti difficili.

La civiltà antica è affascinante perché ci trasporta in un mondo lontano che appare, come in questo caso, prossimo a quello attuale. La storia del passato è maestra e ci insegna ad immedesimarci nei personaggi e nelle difficoltà che hanno incontrato nel corso della loro vita.

L’insegnamento tratto dalla storia di Gorgò non resta radicato alla storia antica. L’universo femminile e, in modo particolare, la questione relativa alla parità di genere è ancora oggi uno degli argomenti di maggiore interesse.


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