La vita dell’autrice, tra ciò che era dovuto e ciò che lei desiderava e desidera ancora, è chiaramente l’esempio di un’esperienza esistenziale a metà tra quello che ci viene imposto e quello che alla fine, con un atto di coraggio e fiducia verso noi stessi e i nostri desideri, ci imponiamo noi, per essere liberi, per essere fuori dagli schemi. Queste pagine sono un chiaro segnale di libertà, di amor proprio, di ripristino di un femminismo che troppo spesso tace perché lo fanno tacere o perché vuole tacere, ormai stanco e privo di stimoli.
Il magazine scrive: «Aristocrap è un libro che fonde vita lussuosa e voglia di ribellione. È una lettura che consiglio soprattutto a un pubblico femminile, ma non perché ho letto all’interno soprattutto denuncia di un maschilismo incombente ma anche perché, effettivamente, essendo scritto da una donna che ha vissuto tutto ciò, il tutto ha un tocco di esperienza personale, pertanto, è autentico come racconto e denuncia»
E allora ecco che Maria Cristina lo urla con la scrittura. Non sempre conviene rimanere dove si è stati posizionati. È importante decidere e spostare i piedi da quel pavimento imposto dagli altri.
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