Recensione de “In nome mio. Raccontato da Paolo M. David” di Veronica Rosazza Prin a cura del blog di Maika Medici

Avete mai pensato a una creazione del mondo, che prescinde dalle convinzioni con cui siamo cresciuti? Avete mai immaginato una versione meno religiosa, teologica… e anche meno scientifica? Lasciatevi prendere per mano da Paolo M. David, che vi regalerà la sua versione.

«Insomma, questo popolo, che abitava questa terra, era parecchio diverso da come potremmo ora immaginarcelo. (…) Al contempo, però, il complesso era decisamente più aggraziato e proporzionato di quanto non lo sia oggi: al solo guardarsi, i componenti del popolo potevano trasmettersi vicendevolmente pace, calma e tranquillità. (…) Non esistendo il tempo, lo stesso non poteva trascorrere e, di conseguenza, il popolo non poteva cambiare, crescere, invecchiare.»

Sono stati creati, senza sapere come, privati dell’affetto di una madre, di un abbraccio, di un bacio. Il popolo ha una guida, Lufo, il preferito, il prescelto dall’Entità. Ma chi è quest’ultima, ha fattezze umane? La risposta è semplice: no, come non ce l’hanno Miche, Yuri, Radael… Non riuscirei a dare loro una sembianza precisa, anche se nella mia testa il popolo è formato dai discepoli e l’Entità, una sorta di Dio; il Messia potrebbe essere proprio colui che ha messo in dubbio il suo Maestro o il narratore stesso… Ma cos’è successo davvero? Un bisticcio, una lite con delle ragioni sfuggite a colui che guida il popolo. Lufo si reca dall’Entità che – come se d’improvviso avesse perso la fiducia – gli nega la verità, non lo coinvolge più nelle dinamiche che dovrebbero invece interessargli. Nascono sentori strani, sensazioni mai provate, vissute. Rabbia, gelosia e odio, vanno a soppiantare la calma e il rispetto che li rendevano tutti uguali: fratelli. Come nella società di oggi si formano due fazioni, quasi due partiti politici; interessi diversi che incarnano la sete di potere. Si mettono in dubbio le grandi creazioni dell’Entità, quindi, la vita stessa.

«Ammetto che questa è una delle cose che odio di più della letteratura: quando un autore non descrive personaggi e paesaggi, ma senza rinunciarvi, così che, dopo che il lettore ha provveduto a costruirsi una chiara immagine di ciò che sta leggendo, interviene nuovamente e “stravolge le carte in tavola”.»

Ho trovato il tutto davvero geniale, anche la non interiorizzazione dei personaggi, palese agli occhi del narratore, che continua a chiedersi se effettivamente questa storia reggerà. Io confermo di sì, per la sua singolarità, per il modo di raccontarla, per le riflessioni che emergono, per il finale sorprendente a cui dovrete dare la vostra interpretazione. Paolo M. David vuol la certezza che abbiate compreso ogni ragione, e il perché – se le cose non vanno come devono, – si riparte da zero. Tirate le vostre conclusioni: c’è sempre un vincitore e un vinto, chi comanda e chi subisce? O è davvero tutta una fiaba, non sempre a lieto fine. Ma allora non è una fiaba? Certo che no, è una storia imperdibile, fantasiosa, né ucronica, né distopica…

«Nel non-tempo, tutto è immutato e immutabile. Se per qualche ragione muta, si crea il tempo, il cambiamento, la trasformazione.»

Ma ricercare il mondo perfetto, in equilibrio perfetto, con chi governa e obbedisce, senza dissapori, forse è solo utopia! Dopo avervi confuso le idee fino in fondo, ve le lascio chiarire da Veronica Rosazza Prin e dal fedele aiutante Paolo. Complimenti davvero, per avermi lasciata a pensare tre giorni, senza trovare le parole giuste. Spero di essere stata esaustiva, ma non troppo, dimodoché possiate gustarvi questo viaggio immaginario, verso un popolo sconosciuto e inesistente, pronto ad insegnarvi a “convivere.”


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Di seguito il link al comunicato stampa: https://www.santellieditore.it/2020/10/26/in-nome-mio-in-libreria-un-fantasy-differente/

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