“Lakinion” di Marika Falotico secondo il blog “Septem Literary”

Ci sono storie di un antico passato che sembrano fiabe, talmente sono intrise di valori e morali ormai così lontani dalla realtà in cui viviamo.
Spesso sono storie poco note e proprio per questo, quando si “riscoprono”, si rimane ancora più sorpresi e affascinati dall’eroismo e dalla saggezza di questi popoli; e dobbiamo seriamente ringraziare autrici come Marika Falotico che ridanno vita a questi personaggi ed eventi storici, evitando così che cadano nell’oblio.

” Dopo quella sera qualsiasi differenza tra Crotoniati e Sibariti sarebbe stata abbattuta e ciò che avrebbe prevalso sarebbe stato solo il sentimento peggiore che accomunava tutti gli uomini, la vendetta, la rivalsa e la sopraffazione degli uni sugli altri… La hybris si era impossessata della loro mente e della loro anima e gli dei non avevano mai accordato perdono a coloro che si macchiavano di tale peccato.

La scelta del titolo mi ha subito intrigato, Lakinion è l’antico nome del tempio di Hera Lacinia, zona considerata sacra, a pochi km dalla città di Kroton, l’odierna Crotone, all’epoca fra le più importanti della Magna Grecia.
In questo angolo di terra, si trasferì un noto personaggio, Pitagora, il filosofo greco che proprio qui fondò la Scuola Pitagorica, quella scuola di pensiero dell’umanità, riconosciuta ancora oggi per la sua importanza ed influenza nel mondo.
Fu proprio Pitagora a ridare lustro a Kroton dopo che questa fu sconfitta nell’ultima guerra dai Locresi, prendendo in mano il potere politico e diventando una sorta di “guida” per tutti i cittadini.

” Gli interessi personali quella volta  prevalsero su quelli della collettività  e ciò rendeva il grande Pitagora fragile e simile ai più comuni uomini.”

Quando il tiranno Telys della città di Sybaris, nota oggi come Sibari, giunge a Kroton per suggellare un gemellaggio fra le due città, sua figlia Thalassa verrà ospitata proprio dalla famiglia di Pitagora e solo successivamente scoprirà che il padre l’ha promessa in sposa a Philippos di Kroton, vincitore dell’ultima Olimpiade e orgoglio della sua città. Thalassa così,  diventerà l’ago della bilancia, l’ambasciatrice di pace fra i due popoli.

“Thalassa sembrò non capire subito quanto stava accadendo.  Soltanto a poco a poco il significato di quelle parole cominciò a prendere forma nella sua mente. E allora impallidi’ tremante al pensiero della strada che il suo destino aveva appena intrapreso.”

Thalassa è smarrita, lontana chilometri dai suoi affetti e dal suo mondo, trattata dal padre come “un oggetto” per i suoi scopi, si ritrova sola, insieme ad estranei e soprattutto in procinto di sposarsi con un uomo di cui non sa nulla.
Anche i crotoniati nutrono dei dubbi sulle vere intenzioni di Telys, ma la figlia Thalassa in breve tempo conquisterà la loro fiducia e a sua volta imparerà ad apprezzare ed amare quel luogo e quelle persone.
Tutto cambia quando cinquecento abitanti di Sybaris giungono a Kroton chiedendo asilo, a causa del tiranno Telys, infatti, sono scappati dalla loro città; Pitagora e diversi crotoniati sono pronto a nasconderli e ad aiutarli.

“…da anni ormai io faccio parte della comunità crotoniate. Sono uno di voi. Mi avete accolto come un fratello, e lo stesso avete fatto coi Sibariti. E come uno di voi, io vi chiedo di non perdere altro tempo e di intraprendere la definitiva lotta contro Sybaris e il suo dominatore.  Non saremo soli in questa battaglia.  Gli dei ci proteggono. (Pitagora)”

Thalassa, una volta scoperto questo fatto, decide di scrivere in segreto al padre per capire cosa accade nella sua patria, ma la sua iniziativa scatenerà le ire di entrambi i popoli e di conseguenza l’inizio di un’epica guerra.
Il romanzo mette bene in luce i protagonisti principali di questa battaglia, considerati dai cittadini di Kroton, veri e propri eroi per essersi distinti per coraggio, forza, intelligenza e intraprendenza … fra i tanti, c’è Milone, atleta e sacerdote del tempio di Hera; Dorieo, principe di Sparta e fratello del grande Leonida; e Philippos, il più coinvolto e animato dalla sete di vendetta in ricordo di Thalassa.
Un esercito di pochi uomini, ma tutti grandi guerrieri, in grado di scatenare una delle guerre più sanguinose che quella parte di territorio abbia mai visto.
Se Philippos verrà ricordato nella storia come un eroe, una sorta di “moderno” Achille azzarderei; per me è Milone il personaggio più interessante, è l’unico che si rende veramente conto cosa significhi distruggere Sybar, sa che prima o poi anche i crotoniati dovranno fare i conti con la loro coscienza.

” Philippos, la guerra non si vince solo attraverso le armi, ma anche con l’astuzia.  Non so quello che accadrà, e sinceramente sarà una delle battaglie più difficili. Tuttavia nulla è impossibile…e se la storia ci ha insegnato qualcosa è che dobbiamo prendere tutte le possibilità,  nella sconfitta così come nella vittoria. ( Milone)”

Lo stile elegante, raffinato, quasi poetico, di questa giovane autrice, unito alla capacità di descrivere luoghi e situazioni in modo dettagliato e consono al periodo storico trattato; mi ha davvero colpito!
Da questo romanzo emerge un profondo studio e una forte passione per la storia antica, dalle parole ricercate ai minimi dettagli, niente è lasciato al caso; i temi trattati, la saggezza dei dialoghi ed il profilo psicologico dei personaggi sono talmente credibili che leggenda e realtà si fondono perfettamente creando una storia davvero unica.
Non mi stupisce che “Lakinion” abbia vinto il Premio Apollo come miglior romanzo inedito dell’anno e spero di leggere presto altri romanzi storici firmati Marika Falotico.

“…pensava a Telys. Certo, non era mai stato facile vivere con lui…ma era sempre suo padre. Era giusto abbandonarlo così? Da quale parte si sarebbe dovuta schierare?”

Recensione a cura di Cinzia Cogni


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