ANTONIO FEDERICO SI RACCONTA. L’INTERVISTA DI “REGGIOTODAY”

Il quotidiano online Reggiotoday ha intervistato Antonio Federico, autore del libro “L’umanità cercata ed illustrata dalla finestra di un social network” (Santelli editore, 2021). Di seguito riportiamo parte dell’articolo del 2 giugno 2021 a cura di Paolo Messina.


L’artista ritorna alle origini

Lo scritto – che lo stesso Federico presenta in giro per l’Italia e farà tappa anche nella sua Reggio – raccoglie tutte le illustrazioni più condivise e apprezzate sui social. Un viaggio attraverso i disegni con gli occhi di chi li ha realizzati, per raccontare qualcosa in più anche sulla vita dell’autore

Il libro, le origini reggine e la peculiarità delle opere sono al centro della chiacchierata che abbiamo avuto l’opportunità di fare con Antonio Federico, orgoglio di Reggio Calabria e vero esempio per tutti gli aspiranti artisti.

Come nasce l’Antonio Federico artista? Quando ha scoperto il suo talento e ha iniziato a coltivarlo?

“Penso l’abbiano scoperto gli altri. Da piccolo parlavo poco e i problemi di salute che ho dovuto affrontare mi hanno chiuso in un mondo tutto mio. Molto spesso sfogavo attraverso i fogli quello che non riuscivo a dire a parole e lì le persone notavano questa dote. Poi mi sono completamente aperto crescendo. Ho capito che in questo mondo se vuoi avere un posto devi combattere per conquistarlo.”

Disegnare bene non è facile, ma utilizzare le proprie opere per sottolineare temi d’attualità ed emozionare la gente rappresenta qualcosa di straordinario. Quanto conta il lato umano nelle sue opere?

“Chi ha una dote artistica ha il dovere di far del bene e mettere l’arte al servizio di tutti. Il messaggio è la cosa più importante. Non mi importa curare tanto l’estetica, quanto trovare invece un certo equilibrio tra bellezza e significato. Un’opera deve essere bella ma non stupefacente e ricca di particolari. L’obiettivo è di arrivare alla gente attraverso un messaggio forte.”

Cosa ha significato, per la sua nascita e crescita da artista, essere reggino? La città di Reggio le ha lasciato qualcosa?

“Mi sono mancate tante cose e ho cercato con più costanza di averle. Come, ad esempio, una scuola che si dedicasse al disegno e fumetto e non sono mai riuscito a trovarla. Per quello ne ho formata una proprio lì. Reggio mi ha certamente aiutato a tirar fuori il massimo perché mancava in alcune cose. Credo che la vita è quella che influenza, non tanto il contesto in cui vivi ma come agisci al suo interno. Qualche opportunità mancata, l’ho cercata poi fuori. La città mi ha tolto qualcosa da un punto di vista, ma mi ha anche dato tanto in termini di calore della gente, il clima, il mare e la bellezza della natura.”


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