Nel thriller noir “Via dei cipressi numero 22” di Antonio Soriano (Santelli 2020), Domenico e Alessandro si conoscono in una birreria e nasce così un’amicizia fatta di complicità e grande intesa. Diverse variabili fortuite intervengono a sconvolgere la scena, portando ad emergere la vera natura di tutti: dietro ogni becero comportamento si nascondono gli angoli più reconditi di ogni individuo. Cosa vuol dire davvero essere una brava persona?
Trama di Via dei cipressi numero 22
Sono accomunati dall’avere un matrimonio infelice per via dei tradimenti continui delle rispettive mogli. La moglie di Domenico ha anche un omicidio da nascondere, sconvolgendo la vita dell’uomo e portandolo a odiarla. I due amici decidono quindi di studiare l’omicidio perfetto… ciascuno dei due dovrà uccidere la moglie dell’altro. Sarà davvero possibile?
Il piano sembra procedere alla grande, ma l’ispettore Canale, legato da un’indissolubile amicizia con la moglie di Alessandro, fiuta l’inganno e si mette in mezzo. Come potrà risolvere un alibi di ferro? Mentre Alessandro sente il fiato sul collo, nascono, tornano e si consumano amori insoliti e angoscianti.
Recensione
Iniziamo con un’analisi dei protagonisti di “Via dei cipressi numero 22”
• Domenico: protagonista chiave del romanzo, maschio mediterraneo. Un ragazzo nato da un amore intenso da parte dei genitori. È figlio unico voluto e cercato che corona il sogno di una mamma ritenuta sterile e di un papà tradizionalista che rifiuta adozioni o forme alternative perché il figlio deve essere tutto suo con la donna divenuta la sua perfetta metà che lo fece gridare di gioia quando la salvò in mare luogo simbolo delle acque che generano vita. Una famiglia piccola e benestante, con un negozio di prodotti dolciari.
• Alessandro: è la seconda figura centrale del romanzo che Domenico incontra per caso all’interno di una birreria dove due belle ragazze (studentesse) lavorano part-time per pagarsi l’università. All’inizio per Domenico appare come l’amico ideale!
L’opera è impregnata di riferimenti medico-comunicativi che danno al romanzo informazioni sull’autore. Un medico per l’appunto: malore per calo di zuccheri, naso piegato verso destra segno evidente che si era fratturato, sindrome della morte improvvisa, chirurgia plastica, la metto in contatto con l’anatomopatologo e così via.
• Setting places: Roma, anche se il romanzo si snoda per microcosmi che si legano alla struttura complessa delle 186 pagine. Una birreria, zona Eur, stazione di Polizia, luoghi interni della città. A Roma esiste realmente via dei Cipressi 22: è vicino Campo dei Fiori, intorno al quale vi sono diverse osterie.
• Technique: la conduzione narrativa è ritmica con momenti di tensione e toni bassi, armonie e delusioni. Chiaroscuri nell’azione in cui lo stream of consciousness di joycesiana memoria determinano l’azione dei protagonisti. In più abbiamo una copertina da “Wuthering heights”.
• Influenze letterarie: la letteratura del 900, il racconto psicologico da Stevenson in poi.
Analisi
Cosa hanno in comune questi due giovani?
Sono entrambi sposati: con Sara il primo e Marta il secondo. Una poco di buono la prima che rivendica una vita fatta di sesso, che odia gli uomini per la bruta storia vissuta tra le mura domestiche a causa del padre (sembra tratto dal film “Io non ho paura” di Gabriele Salvatores, tratto dal libro di Niccolò Ammaniti); una depressa la seconda che vive di tranquillanti e non gode di una vera e propria felicità familiare per colpa di un uomo pieno di sé.
Cosa vogliono questi due giovani?
Entrambi vogliono sbarazzarsi delle loro donne, ma non con un divorzio in quanto potrebbero comunque incontrarle, o abbandonarle in cui subentrerebbero pregiudizi meridionali. Ma uccidendole. Entrambi “devono” uccidere la moglie dell’altro. E qui inizia tutto il trial narrativo di Antonio Soriano!
In apparenza sono due brave persone, solo con la sfortuna – probabilmente – di avere sposato la donna sbagliata.
Ma come possono due “brave” persone progettare un omicidio anzi due? Qui è fondamentale soffermarsi e interrogarsi sul confine tra “normalità” e la “devianza”, tra la sanità mentale e la commissione di un crimine afferrato.
Conclusioni
Per entrare nella ragnatale dei fatti ecco il primo punto di osservazione che esce fuori dal romanzo prendendo in prestito Durkheim:
a. Criminali si nasce o si diventa ?
b. Il criminale è una persona che soffre di disturbi mentali?
c. Quale significato ha un delitto per chi lo commette? E per chi lo subisce?
Da questi pochi interrogativi si comprende subito che siamo difronte ad una lettura che ha più chiavi interpretative: il sociale, lo psicologico, lo psichiatrico, il criminogeno. Una induzione riflessiva che ripropone una lettura pirandelliana in cui la diversità dell’uomo e identità multipla “uno nessuno centomila”.
Come è possibile classificare il romanzo di Antonio Soriano?
1. Un thriller?
2. Un poliziesco?
3. Un semplice romanzo giallo?
4. Storia di femminicidio?
5. Romanzo criminologico?
In realtà giunti alla fine della lettura ci si accorge che questo lavoro è tutto questo e di più. Si innestano infatti rapporti genitori figli, rapporti tra “vecchie” e nuove famiglie, pregiudizi paesani e opportunità cittadine.
Prof. Giuseppe Cinquegrana
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