Musica e libri su CheMusica.it con le interviste di Matteo Fantozzi

CheMusica.it è un sito web che si occupa della musica in tutte le sue forme, ma non solo. Nella sezione “Esclusive“, infatti, sono disponibili numerosi articoli, scritti da Matteo Fantozzi, che uniscono musica e letteratura. Il formato è quello dell’intervista musicale e i protagonisti sono alcuni autori di Santelli Editore, chiamati a raccontare se stessi e le loro opere da una prospettiva diversa.

In uno degli ultimi pezzi Matteo Fantozzi ha intervistato Vera Mancini, autrice di “La Nuova Hollywood. La riscrittura dei generi del cinema classico” (Santelli Editore, 2021). Il saggio di Mancini si concentra sulle sperimentazioni artistiche e linguistiche della cosiddetta “New Hollywood“, la stagione del cinema statunitense che ha abbracciato gli anni Sessanta e Settanta. Intervistata da Matteo Fantozzi, Vera Mancini ha parlato del legame tra la Nuova Hollywood e la musica.

D: Quanto era importante la musica nella New Hollywood?

Nel periodo in cui emergono i giovani autori della New Hollywood ci fu una vera e propria rivoluzione in ambito musicale: la musica rock e soul di quegli anni accompagnava le lotte per i diritti civili e la protesta contro la guerra in Vietnam. Da un punto di vista cinematografico la musica scelta da questi registi rimane storicamente coerente con i temi e le epoche trattate, seppure anche in campo musicale assistiamo ad una riscrittura del classico: basti pensare al tema musicale di Chinatown scritto da Jerry Goldsmith che riecheggia alla perfezione le atmosfere noir in maniera però assolutamente attuale da un punto di vista musicale. Mentre, se analizziamo la scelta musicale di Scorsese (regista sempre molto attento alla scelta dei brani a commento delle sue opere) con Alice non abita più qui assistiamo ad una selezione di brani contemporanei alla vicenda della protagonista che è una cantante e che accompagnano la sua vicenda umana ed emozionale.

L’intervista completa di Matteo Fantozzi a Vera Mancini su CheMusica.it è disponibile qui.

Altra uscita recente è l’intervista, sempre a cura di Matteo Fantozzi, a Valentina Paolini. Di professione wedding planner, Paolini è autrice di “Manuale di sopravvivenza al matrimonio” (Santelli Editore, 2020). Nel suo libro Valentina cerca di spiegare come organizzare le nozze del migliore dei modi. Nell’articolo di Matteo Fantozzi su CheMusica.it risponde a una domanda sul ruolo della musica in un matrimonio.

D: Ci sono vari momenti all’interno di un matrimonio, in base a questi cambierà anche la musica che andremo a scegliere?

Ovviamente sì! Ogni momento ha la sua colonna sonora. La parte iniziale sicuramente sarà accompagnata da melodie romantiche mentre per la parte finale troveremo musiche più festose. I brani da scegliere sono moltissimi. Si parte con la selezione dei brani che allietano la Cerimonia in Chiesa e scandiscono i vari momenti (ad esempio “Panis Angelicus” da intonare durante la comunione o il “Dolce Sentire” sull’Offertorio). Finita la solennità della celebrazione si deve poi pensare alla scelta del brano di ingresso nel luogo del ricevimento e in successione selezionare le musiche che accompagneranno il ballo degli sposi e i balli delle rispettive famiglie. Ma non è ancora finita! La musica farà da sottofondo anche al taglio della torta e, per chi vuole rendere unico e speciale questo momento, anche allo spettacolo pirotecnico. Per finire sarà necessario definire lo stile della serata danzante che si aprirà subito dopo il taglio della torta nuziale. È molto importante scegliere le musiche in base allo stile del matrimonio. L’intervista completa di Mattei Fantozzi a Valentina Paolini su CheMusica.it è disponibile qui.

Rimanete aggiornati perché continueranno ad uscire interviste su CheMusica.it legate ai nostri libri, sempre dal punto di vista delle sinfonie che li accompagnano.

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