“Emotional branding”, un saggio accademico di Alfredo Citro

Emotional Branding. Lo storytelling nel marketing (Santelli Editorem 2020), un saggio accademico di Alfredo Citro: l’analisi degli strumenti di divulgazione narrativa utilizzati da alcune delle più importanti realtà italiane ed internazionali.

Le prime volte che entriamo a contatto con la narrazione siamo ancora dei bambini: chiediamo ai genitori di raccontarci favole. Inconsciamente, così stabiliamo un contatto: sia con chi racconta che con chi è oggetto di quella storia che ci viene narrata. Dal narratore possiamo attingere impegno, dedizione, affetto. Dal narrato, invece, abbiamo la possibilità di trarre insegnamenti, valori ed elementi importanti per la nostra stessa crescita.
Quanto più, questi elementi del racconto, sono capaci di emozionarci, tanto più saranno in grado d’influenzarci. Le emozioni che una storia è in grado di suscitare in noi sono, dunque, in grado d’indirizzare non solo la nostra formazione, ma d’influenzare anche le nostre scelte.


Lo psicologo Julian Jaynes, infatti, nel suo saggio sulla coscienza , focalizza l’attenzione sul come i processi di narratizzazione motivano le azioni ed i comportamenti nel corso di tutta la nostra vita: “Un fatto isolato viene narratizzato per poterlo connettere con qualche altro fatto isolato. In strada un bambino piange e noi narratiziamo il fatto dell’immagine mentale di un bambino che si è perduto e di un genitore che lo cerca.”


Fare storytelling, quindi, significa essenzialmente dare qualcosa a qualcuno mentre raccontiamo e per fare questo abbiamo bisogno d’intrecciare le nostre sensazioni con i destini delle persone che le recepiscono creando, così, un flusso di empatia vero e proprio. Com’è accaduto, ad esempio, all’Università di Stanford nel giugno del 2005 quando Steve Jobs, nel discorso “Siate affamati, siate folli“, ha utilizzato tre storie inerenti alla sua famiglia, ai suoi successi ed insuccessi lavorativi ed alla morte per donare delle linee guida ai neolaureati. La capacità di creare un legame con l’ascoltatore è quindi uno dei punti di forza fondamentali della narrazione.


Con lo storytelling intendiamo dare vita a un universo narrativo, una sorta di habitat, da parte di un soggetto-autore (marca, prodotto, o persona) che invita altri soggetti (lettori, clienti, consumatori, stakeholder ecc.) a partecipare ad un destino.


A partire dagli anni Settanta e Ottanta del Novecento, la scienza della narrazione si diffonde in molte discipline: dalle scienze politiche, dove W.R. Fischer e C. Salmon pongono il tema della narrazione come principio essenziale del dibattito politico e del suo potere persuasivo , alle scienze economiche dove comincia a diffondersi l’economia delle esperienze e dei life-style che stimolano tutta una serie di studi sulle componenti finzionali-narrative come parti integrate dei processi produttivi , sino alle scienze manageriali ed organizzative dove diventa assodato il ruolo dei processi narrativi nell’identità di marchi e nelle relazioni tra brand e consumatori.

Lo storytelling viene, così, considerato risorsa preziosa di marketing utile a regolare le relazioni organizzative, veicolo di esperienze e mezzo di formazione e strumento di persuasione. Oggi, possiamo dire, che lo storytelling è definito come una scienza in cui i processi narrativi richiamano modelli organizzativi e prassi mediatiche d’applicare non solo alle relazioni manageriali, ma anche alla creazione di principi strategici, allo user experience design di prodotti e servizi ed al marketing turistico.

Fonte comunicato stampa: www.gliscrittoridellaportaaccanto.com


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