ANTONIO FEDERICO SI RACCONTA. L’INTERVISTA DELLA “GAZZETTA DEL SUD”

LA FORZA DI UN BAMBINO DI NOME ANTONINO

L’umanità cercata ed illustrata dalla finestra di un social network” di Antonio Federico (Santelli editore, 2021) sarà disponibile dal 20 maggio 2021 online e in tutte le librerie.

L’umanità cercata ed illustrata dalla finestra di un social network” è il primo libro di Antonio Federico, artista reggino che con i suoi disegni ha raggiunto il cuore milioni di persone attraverso il web. Le sue storie sono riflessioni sul senso della vita, racconti di esperienze vissute in prima persona e testimonianze di impegno civile. Molte delle illustrazioni raccolte nel volume sono state realizzate e poi condivise sui social durante il periodo del lockdown, giorni difficili per tutti e che l’autore ha superato proprio grazie al lavoro creativo.

Da dove arriva il super potere che ha Antonio Federico di emozionare e commuovere la gente? Il quotidiano Gazzetta del Sud lo ha intervistato in occasione dell’uscita imminente de “L’umanità cercata ed illustrata dalla finestra di un social network”. Di seguito riportiamo l’articolo del 16/05/2021 di Daniela Gangemi.


Antonio Federico, quando il Disegno può salvare la vita

«Ho tenuto per anni tutto dentro, mi serviva un’arma per affrontare i miei demoni»

Un’anima sensibile dietro una penna con cui sa raccontare emozioni e sentimenti. Antonio Federico, noto artista reggino, laureato e specializzato in tecniche artistiche, è apprezzato per le sue opere ispirate a notizie di attualità. Alcune di esse hanno emozionato profondamente tanto da essere condivise da milioni di persone, come la vignetta dedicata alla scomparsa prematura del calciatore della Fiorentina, Davide Astori. Molti giornali hanno pubblicato le sue illustrazioni. Nel 2019 ha presentato al salone del libro di Torino “Educagenda”, un diario illustrato contro la mafia. Ha fondato in Calabria la prima Accademia del fumetto e delle arti figurative. Trasferitosi a Firenze, collabora con la Prestigiosa Nemo Academy e lo studio di illustrazione editoriale Creativity Network. Durante il periodo di lockdown sui canali social ha ideato le dirette live “L’arte non va in quarantena” raccontando il lato umano di ogni artista. Dalla sua pagina Facebook, che oggi conta 22.000 follower, Antonio ogni giorno propone storie illustrate che toccano l’anima di tutti. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo libro “L’umanità cercata ed illustrata dalla finestra di un social network”.

Chi è davvero Antonio Federico?

«È un costume che deciso di cucirmi addosso per essere più forte. Dovrei confidarti chi è Antonino, il mio vero nome: è un bambino che stringe i pugni e tiene dentro tante paure, ma è forte ed ha deciso di reagire grazie anche all’amore dei suoi cari. Immaginate un grigio e grande ospedale, sale operatorie e tantissimi tubi rossi. Questi sono i luoghi appartenuti alla mia infanzia. Ho tenuto per anni tutto dentro, mi serviva un’arma da supereroe per affrontare i miei demoni. Un giorno mi accorsi che il buon Dio mi aveva dato quell’arma, era la mia penna. Il resto lo conoscete».

Il tuo ultimo libro raccoglie tantissime illustrazioni che ti hanno permesso di essere conosciuto da milioni di persone: è autobiografico?

«Sì, questo libro rivela un po’ di quel bambino. Racconto un po’ di storie accadute nella mia Calabria, la scuola e le avventure con gli amici, quando su una bicicletta si partiva alle due del pomeriggio e si tornava a casa con le gambe sbucciate. La spensieratezza di quei momenti, la caccia alle lucertole, il panino di mia madre che tutti a scuola invidiavano. Il libro racconta sentimenti, emozioni, parole che si trasformano in illustrazioni».

Alla Calabria hai dato tanto: la fondazione della prima scuola di fumetti “Reggiocomix” nel 2004, la scrittura di “educagenda”. Poi, però, hai deciso di lasciarla.

«Ad un tratto ho capito che non potevo accontentarmi, sentivo il bisogno di crescere professionalmente e avere opportunità migliori. Così trovai anche il coraggio, di nascosto dalla mia famiglia, di lasciare il lavoro. Mi licenziai dal tempo indeterminato e decisi di intraprendere la strada da docente di arti figurative, quello per cui avevo studiato. Oggi posso dire che rifarei ogni passo. Insegno disegno al Liceo artistico di Prato e cerco ogni giorno di trasmettere la mia passione ai miei studenti. Credere in se stessi è la parola d’ordine, il disegno è uno strumento che può salvarti la vita. Come ha fatto con me».

Tutti dicono che i tuoi disegni toccano l’anima, come te lo spieghi?

«Non potrei ricevere complimento più bello, il messaggio di un’opera è tutto. Puoi realizzare ritratti che sembrano fotografie, ma se non ti trasmettono un messaggio, un’emozione, un brivido, non è Arte».

Antonio Federico

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